Come ogni anno, di questi tempi arriva il primo giorno del mese di maggio e come ogni anno, da quando almeno ho memoria, è un giorno di festa: è la Festa dei Lavoratori.
Quando ero piccolo, mi ricordo che nel giorno del Primo Maggio si respirava un’aria diversa, era un giorno diverso, il giorno in cui ogni lavoratore, contadino o operaio che fosse (allora gli imprenditori non erano ancora annoverati all’interno della categoria “lavoratori”) si sentiva leggermente più fiero di quello che era perché quella era la sua festa; per l’intera lunghezza di una giornata era lui il protagonista, lui e la sua fatica.
Oggi questa festa non è più dei lavoratori, ma è la Festa del Lavoro - almeno così ci dicono - ed è tutta un'altra cosa perché i protagonisti non sono più i singoli lavoratori ma è il sindacato, tant’è che questo giorno è diventato il giorno del concerto del primo maggio.
C’ero quella prima volta del concerto il primo maggio 1990 e mi sono divertito moltissimo, ma era ancora la festa dei lavoratori, e fare un grande concerto era un modo allora molto innovativo di fare una celebrazione che era e resta politica, nel suo senso più ampio. Così come è un atto politico rinominarla Festa del Lavoro.
E’ la festa del sindacato, dunque, festa di quel sindacato che soltanto nei primi mesi del 2008 sdegnosamente rifiutava i 2.100 esuberi che richiedeva Air France per acquistare l’Alitalia, creando i presupposti per consentire a Berlusconi e soci di mandare a monte l’accordo. Oggi, a distanza di poco più di un anno, quello stesso sindacato cerca di impietosire il governo (ancora Berlusconi) lamentando che gli esuberi non sono i 3.500 previsti e concordati con i nuovi padroni della compagnia, i famosi “patrioti”, ma sono in realtà quasi 8.000 .
Indubbiamente un anno denso di successi per i lavoratori e per il lavoro di questo paese!
Dei danni economici, poi, ottenuti con la vicenda Alitalia tratterà un prossimo post.
Quando ero piccolo, mi ricordo che nel giorno del Primo Maggio si respirava un’aria diversa, era un giorno diverso, il giorno in cui ogni lavoratore, contadino o operaio che fosse (allora gli imprenditori non erano ancora annoverati all’interno della categoria “lavoratori”) si sentiva leggermente più fiero di quello che era perché quella era la sua festa; per l’intera lunghezza di una giornata era lui il protagonista, lui e la sua fatica.
Oggi questa festa non è più dei lavoratori, ma è la Festa del Lavoro - almeno così ci dicono - ed è tutta un'altra cosa perché i protagonisti non sono più i singoli lavoratori ma è il sindacato, tant’è che questo giorno è diventato il giorno del concerto del primo maggio.
C’ero quella prima volta del concerto il primo maggio 1990 e mi sono divertito moltissimo, ma era ancora la festa dei lavoratori, e fare un grande concerto era un modo allora molto innovativo di fare una celebrazione che era e resta politica, nel suo senso più ampio. Così come è un atto politico rinominarla Festa del Lavoro.
E’ la festa del sindacato, dunque, festa di quel sindacato che soltanto nei primi mesi del 2008 sdegnosamente rifiutava i 2.100 esuberi che richiedeva Air France per acquistare l’Alitalia, creando i presupposti per consentire a Berlusconi e soci di mandare a monte l’accordo. Oggi, a distanza di poco più di un anno, quello stesso sindacato cerca di impietosire il governo (ancora Berlusconi) lamentando che gli esuberi non sono i 3.500 previsti e concordati con i nuovi padroni della compagnia, i famosi “patrioti”, ma sono in realtà quasi 8.000 .
Indubbiamente un anno denso di successi per i lavoratori e per il lavoro di questo paese!
Dei danni economici, poi, ottenuti con la vicenda Alitalia tratterà un prossimo post.
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